IoNonSono.

Odio preamboli e fronzoli di qualsivoglia natura. Chiarisco su due piedi la mia posizione.
Voglio essere sincera e diretta sin dal principio:non mi aspetto nulla da questo “angolo” virtuale,né qualcosa da me stessa.
Sono eccessivamente incostante e volubile per  nascondermi dietro la poco allettante illusione di poter  “affondare le mie radici” qui,con impegno e dedizione. Ho sangue nomade,mi trascino insieme al vento:è un bisogno morboso, patologico.  Avverto la necessità di sentire la sua violenza dietro la mia schiena,tra i miei capelli. Ogni “richiamo d’aria”  è un imperativo categorico:è il momento di mutar pelle,rinnovando persino le viscere.
Fuggo la forma statica della vita,pur soffrendone la prigione carnalmente.
Qualcuno mi disse di assecondare la mia natura  e beffare l’immobilità del quotidiano, partorendo una forma –informe dalla forma (una sorta di alter ego eternamente in potenza,plasmabile all’infinito,con cui sperimentare e sperimentarmi).
Dopo una notte insonne,tormentata nel fisico e nella mente dalle doglie del parto,sono finalmente pronta a mettere al mondo Liar.
Liar è le mille “pelli” di cui non sentirò mai il dolore.
Liar è un riflesso che non disegnerà mai i contorni del mio essere.
Liar è il residuo del calore di una candela spenta.
Liar è la mia indignazione,la mia ribellione,la mia sconfitta,la mia putrefazione.
Liar è la bugia che ripeto a me stessa per non morire.

A.